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Per chi come noi si occupa di turismo, partecipare agli eventi internazionali è essenziale per tenersi al passo con i trend emergenti del settore. Uno dei più interessanti a cui abbiamo preso parte quest’anno è senz’altro la Conferenza di CityDNA organizzata a Sofia, in Bulgaria, dove abbiamo avuto l’opportunità di presentare le nostre soluzioni e ascoltare molti esperti del settore.

Non c’è da meravigliarsi che questa edizione fosse dedicata alla sfida della sostenibilità, il cosiddetto “elefante nella stanza” del mondo travel. Un problema visibile a tutti, ma per troppo tempo rimasto ignorato o semplicemente oggetto di discussione senza reali applicazioni pratiche.

Mentre il mondo diventa sempre più consapevole dell’impatto dei viaggi sull’ambiente e sulle comunità locali, la CityDNA Conference di Sofia ci ha permesso di condurre una riflessione approfondita sulla sostenibilità e sulle possibili soluzioni per mettere in pratica strategie realmente sostenibili, da ogni punto di vista.

Questi sono i 5 principali “insight” sul turismo sostenibile che ci siamo portati a casa:

1 – Volare green sarà l’unica scelta che avremo per rendere il turismo più sostenibile

I voli aerei sono responsabili del 55% di tutte le emissioni del travel e del 2,5% delle emissioni globali di CO2. La maggior parte degli aerei è alimentata a benzina.

Ciò significa che se vogliamo ridurre le emissioni di CO2 nei prossimi anni, dovremo scegliere tra viaggiare con altri mezzi o adottare i carburanti SAF (Sustainable Aviation Fuel: Safe, Reliable, Low Carbon).
Ma secondo le informazioni di CityDNA, nel 2019 la quantità totale di SAF prodotta a livello globale è stata solo lo 0,1% del totale: in pratica, un volo di 9 ore.

Di recente l’UE ha stabilito che le compagnie aeree europee dovranno pagare per le emissioni di anidride carbonica in eccesso, in base a un nuovo accordo raggiunto per allineare il settore dei trasporti aerei dell’UE ai suoi obiettivi climatici.

Se le compagnie aeree dovranno pagare nuove tasse, i prezzi aumenteranno ancora, ponendo fine all’era del low-cost che ha permesso a milioni di persone di qualsiasi estrazione sociale di viaggiare ovunque nel mondo.

Gli esperti sostengono già che, per raggiungere i necessari obiettivi di sostenibilità, si dovrà rinunciare ai voli a lungo raggio.

2 – Le abitudini dei viaggiatori si adegueranno presto alle nuove tendenze, aiutando le destinazioni e gli operatori a fare altrettanto

Se il traffico aereo si ridurrà a causa dei costi in aumento, ambientali ed economici, questo non significa che non sarà più possibile viaggiare come oggi.

I viaggiatori avranno la possibilità di fare scelte alternative:

  • optare per soluzioni più sostenibili, sempre più popolari e accessibili a tutti
  • privilegiare i viaggi a corto raggio e le attrazioni vicino a casa
  • preferire viaggi più lenti, più lunghi e con più tappe.

Le nuove abitudini di viaggio apriranno la strada a nuove strategie di crescita più sostenibili per le destinazioni e gli operatori.

3 – Le sfide della sostenibilità significano molto più che lotta alla crisi climatica

Sostenibilità non significa solo rispetto per l’ambiente ed emissioni zero. Significa anche abbracciare nuove politiche turistiche che favoriscano l’inclusione e il rispetto delle culture locali.

Quello che sta accadendo a livello politico e sociale nel mondo si rifletterà inevitabilmente sul settore turistico e questo comporterà sfide ancora più complesse per le organizzazioni turistiche.

Destinazioni turistiche e aziende travel dovranno occuparsi di disuguaglianze, inflazione, problemi legati alla salute e all’immigrazione, aggravati dai conflitti internazionali.

Uno dei dati più interessanti condivisi da CityDNA riguarda la mancanza di equità relativa ai viaggi aerei.

4 – Le DMO devono guidare la trasformazione

Le organizzazioni che gestiscono le destinazioni turistiche hanno il potere e il dovere di cambiare le cose per favorire il cambiamento verso un mondo più sostenibile.
Ma da dove cominciare?
Sarà fondamentale mobilitare i cosiddetti “game changer”, come le grandi organizzazioni e aziende pubbliche e private che hanno influenza nel settore e che muovono grandi quantità di emissioni, in modo che siano spinte a cambiare atteggiamento grazie a una presa di posizione delle destinazioni.
Il concetto di “green euros”, ossia di soldi legati alle riduzioni di CO2 non può restare un mero strumento promozionale alla stregua del greenwashing, ma deve diventare un reale strumento di azione.
Infine, le DMO devono avere il coraggio di osare, di affrontare un cambiamento radicale e di adottare un nuovo modo di vedere i flussi turistici, senza aggrapparsi allo spettro del turismo pre-pandemico ma accettando i nuovi trend del mercato mondiale.

5 – I dati saranno la chiave per misurare e raggiungere gli obiettivi di sostenibilità

In quest’ottica, acquisire i giusti strumenti per tracciare, misurare e raggiungere gli obiettivi sostenibili sarà fondamentale per le DMO.

Le cosiddette “smart cities” hanno già implementato strategie, tecnologie e nuovi KPI per misurare la sostenibilità in ogni sua accezione, dall’aspetto ambientale a quello economico e sociale.

Ne abbiamo parlato all’interno dello speech “Taking the guesswork out of destination marketing & management with data-driven insights.”

Data Appeal sta già lavorando da tempo per aiutare le destinazioni turistiche a misurare e analizzare la propria sostenibilità in modo rapido e automatico. Il Destination Sustainability Index e il LGBTQ+ Index, sono solo i primi due indicatori che abbiamo sviluppato per la misurazione della sostenibilità ambientale e sociale.

In un recente report prodotto in occasione dell’ITB di Berlino, abbiamo condiviso un primo confronto di 4 metropoli europee in tema di sostenibilità ambientale: Barcellona, dichiarata come la prima Città della Biosfera nel mondo, risulta la città con il punteggio più alto.

I singoli punteggi per ambito permettono di capire i punti deboli di ogni destinazione: Roma ad esempio soffre dal punto di vista dell’overtourism, mentre Berlino sta già lavorando attivamente sugli aspetti socio-culturali, tanto che di recente ha invitato la popolazione locale al tavolo delle decisioni per la pianificazione turistica.


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