Da un paio di mesi Cagliari assomiglia a New York e Brindisi a Miami. Sembra uno scherzo, ma non lo è: volare da Milano in una di queste destinazioni, con il caro voli attuale, costa quasi quanto andare in vacanza in USA.
I prezzi dei voli in Italia quest’estate ci ricordano che i tempi dei biglietti low-cost a cui tutti eravamo avvezzi prima della pandemia sono ormai solo un vecchio, splendido ricordo.
Le cifre parlano molto chiaro: i costi dei voli secondo l’Istat hanno fatto registrare a maggio aumenti medi del 40% con picchi anche del 70% rispetto all’anno precedente.
A confermarlo anche l’Unione Nazionale Consumatori, secondo cui in media il prezzo dei voli passeggeri è aumentato del 37,9% rispetto a maggio 2022. I costi dei voli nazionali sono cresciuti fino al 43,9%, persino più di quelli per andare all’estero, che segano +36,8%.
Perché un aumento dei prezzi voli così marcato? Inciderà questo sugli arrivi e sul turismo italiano?
Aumento dei prezzi dei voli: il carburante e l’inflazione non bastano a giustificarlo
Quali sono i principali motivi del caro voli di questa estate?
Tra le motivazioni addotte dalle compagnie aeree ci sarebbero il rincaro delle materie prime, del carburante e l’inflazione.
Ma se è vero che molte delle tratte nazionali di collegamento con le isole hanno subito aumenti superiori anche ai voli internazionali, l’idea che alla base ci siano i costi dei carburanti, per altro diminuiti nei mesi scorsi, non convince.
Secondo Allianz Trade, tra i motivi ci sono i molti ritardi nella consegna di nuovi aerei: le flotte disponibili per le compagnie operanti in Italia sono vecchie, più soggette a guasti e più dispendiose. In più offrono meno posti passeggeri, cosa che all’aumentare della domanda, favorirebbe l’aumento dei prezzi dei voli.
Compagnie low-cost? Sono quelle che alzano di più i prezzi dei voli
Se credevamo che le compagnie maggiori fossero le più care, i dati ci hanno smentito.
L’Osservatorio nazionale Federconsumatori ha rilevato che la convenienza delle compagnie low cost di fatto ormai non è più percepibile, rendendo le low-cost vettori tradizionali.
I prezzi dei voli “low cost” sono superiori rispetto a quelli dei voli di linea, con un +8% sulle tratte nazionali e +22% sull’estero.
Mister Prezzi valuta sanzioni contro l’indiscriminato aumento del costo dei voli
A inizio luglio Mister Prezzi – ossia il Garante per la Sorveglianza dei Prezzi – ha incontrato alcune delle principali compagnie aeree che operano in Italia, per chiedere conto dei prezzi folli applicati ai voli nelle tratte nazionali interessate dai maggiori rincari.
Ita Airways, Ryanair, Malta Air, Aeroitalia, Easyjet, Neos e Wizz Air sono finiti nel mirino dell’Antitrust.
Le tratte da Roma e Milano verso Venezia, Cagliari, Palermo e Catania, sono quelle su cui sono stati denunciati rincari troppo elevati.
L’obiettivo di Mister Prezzi è quello di tutelare i consumatori, favorendo una dinamica più sana dell’andamento delle tariffe, ma anche quello di verificare che non ci siano eventuali manovre speculative, aggiotaggio, o cartelli anti concorrenza.
Se si tratta solo di “logiche di mercato”, ossia un aumento dei prezzi dei voli corrispondente a un aumento della domanda, non ci sarà niente da fare, ma forse non è solo questo che ha scatenato il caro voli.
Solo pochi giorni fa il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha riferito alla Camera dei Deputati che dalle analisi svolte sono emerse delle “anomalie” nell’aumento dei prezzi dei voli, che sembrano non essere collegate all’aumento del costo del carburante.
L’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) sarebbe addirittura al lavoro per creare algoritmi in grado di rilevare queste alterazioni.
Con il Ministro Adolfo Urso, Salvini sta valutando un possibile inasprimento delle sanzioni “in caso di pratiche commerciali scorrette”. L’aumento esagerato dei prezzi dei voli in certi tratti interni, in certi giorni e orari, non sembrerebbe infatti connesso con alcuna causa evidente.
D’altronde è bene sottolineare che questo non accade solo in Italia. Come riporta il quotidiano inglese The Guardian, i prezzi dei voli sono saliti alle stelle dovunque in conseguenza a molti fattori. E i costi sono destinati a salire nel futuro, a causa anche dell’adattamento alle nuove norme sulla sostenibilità.
La straordinaria domanda di viaggi dopo la pandemia di Covid ha portato a forti aumenti delle tariffe su molte rotte. La IATA ha ha dichiarato che i consumatori potrebbero aspettarsi di pagare ancora di più quando le compagnie aeree dovranno aumentare l’impiego di carburanti ecologici, ad oggi molto scarsi, in risposta ai mandati governativi per ridurre le emissioni di carbonio dell’aviazione.
Il revenge travel supera anche il caro voli e il caro hotel
I costi dei voli lievitati non sembrano aver frenato i turisti in arrivo e in partenza in tutta Europa.
Eppure l’Italia non ha risentito solo del caro voli, ma anche dell’innalzamento dei costi delle strutture ricettive.
Come mostrano le rilevazioni di Data Appeal sulle tariffe alberghiere in molte delle destinazioni italiane, si sono registrati incrementi fino addirittura al +50% rispetto al 2022.
Tutti i dati confermano che le previsioni per l’estate in Italia sono positive
Le analisi dell’ENIT parlano di numeri in forte crescita rispetto al 2019, con 1.844.000 passeggeri aeroportuali attesi in Italia questa estate, di cui l’84% dall’estero e il 16% italiani.
Già nel primo trimestre 2023 i viaggiatori internazionali in Italia sono risultati circa 15 milioni, segnando un aumento del 42% rispetto all’anno scorso e un recupero dell’87,7% sullo stesso periodo del 2019.
La nostra piattaforma di destination management D / AI Destinations conferma un forte incremento degli arrivi aerei tra giugno e luglio registrato tramite GDS (+22,9% vs 2022).
Lo stesso paradosso si sta verificando anche all’estero. Di recente il presidente della Emirates Sir Tim Clark, ha dichiarato al The Guardian che la domanda “sorprendente” di viaggi aerei, anche nei posti premium a tariffe elevate, sfida la saggezza economica. “Nell’inverno dello scorso anno, per ogni posto venduto ne volevano altri cinque… Avremmo potuto metterlo all’asta se avessimo voluto”.
Per molti si tratta del cosiddetto effetto “revenge travel”, o turismo di rivalsa, ossia la tendenza a investire i soldi messi da parte durante la pandemia in viaggi per compensare i due anni di chiusura forzata delle frontiere.
Che si tratti di revenge travel poco importa: per l’Italia e per molti altri paesi d’Europa, questa sarà l’estate più affollata e costosa di sempre.
Ma quanto a lungo sarà ancora sostenibile questo modo di viaggiare, per il pianeta e per le tasche dei consumatori?